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Crescita personale, psicoterapia e fomazione

Il riflesso della nostra anima nel rapporto di amicizia

L’identificazione con il gruppo è un meccanismo con radici antichissime nella nostra psiche ed interviene continuamente nei rapporti della persona con l’ambiente circostante. Essa è funzionale al raggiungimento di uno status e all’acquisizione di un sentimento di sicurezza fondato sull’identità collettiva. L’assimilazione al gruppo, da un lato, rafforza il singolo e, dall’altro, consente di sperimentare la differenziazione che lo costituisce come soggetto fra gli altri. All’interno del rapporto di amicizia, l’altro diviene così occasione per entrare nel rapporto dialogico consapevole con noi stessi e con il diverso da noi. Contrariamente dall’esperienza amorosa, la quale rimanda al soddisfacimento dell’istinto biologico della riproduzione, l’amicizia è un fatto culturale e si inscrive nel campo psicologico. Infatti, l’amicizia non è motivata da nessun istinto biologico, ma unicamente dal desiderio di rapporto con un altro essere umano.

D’altro canto, l’amicizia, specie in età adolescenziale, conduce spesso a un processo di idealizzazione dell’altro. Una delusione legata a un vero rapporto di amicizia può creare una vera spaccatura nella vita di una persona, del resto un’amicizia è più difficile da ricostruire rispetto ad una relazione sentimentale: nell’amicizia abbiamo il compito di chiarire, spiegare, di mettere in mostra la nostra dimensione umana proprio perché l’altro tende a idealizzarci.

Le persone si sentono legate nell’amicizia perché è come se si stabilisse un rapporto da anima ad anima; è qui che noi avvertiamo la presenza di una spiritualità profonda dove l’amico rispecchia la propria anima, ossia sè stesso. Questa intensità di relazione comporta sentimenti di abbandono, gelosia e invidia da parte di chi non ne è protagonista ma spettatore, specie nei gruppi tra pari. 

Un’autentica relazione psicologica richiede una profonda e consapevole accettazione dell’altro anche negli aspetti per noi meno gratificanti. Se accettiamo la diversità dell’altro, il rapporto d’amicizia diviene stimolante perché il diverso porta verso dimensioni dell’esistere completamente differenti dal proprio mondo. Nell’amicizia si offre la possibilità di far spazio alla diversità dell’altro, traendone ricavandone così arricchimento psicologico.

Bibliografia

Alberoni, Francesco. L’ amicizia: cosi avventurosa, cosi libera, cosi forte, cosi leggera, cosi profonda, cosi indisciplinata, cosi poco lagnosa. 12. ed. Saggi blu. Milano: Garzanti, 1989.

Carotenuto, Aldo. Amare tradire: quasi un’apologia del tradimento. Milano: Giunti : Bompiani, 2017.

Pombeni, M.L. (1997). L’adolescente e i gruppi di coetanei. In A. Palmonari (a cura di), Psicologia dell’adolescenza. Bologna: Il Mulino, pp. 251 -270.

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