Il dolore cronico è una condizione che colpisce sempre più persone, questa triste realtà porta a cambiamenti sia fisici che emotivi, portando spesso all’uso di medicinali.
Il dolore è un fenomeno complesso e spesso poco compreso, secondo l’International Association on the study of Pain (IASP) questa è la sua definizione:
“Il dolore è un esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, dovuta a un danno reale o potenziale dei tessuti oppure viene descritta dai pazienti come se fosse l’effetto di tale danno.”
Un’altra definizione lo descrive in questo modo:
“Il dolore è il prodotto di un sistema complesso attivato dalla risposta nervosa specifica per ogni individuo. Questa risposta nervosa è attivata ogni qualvolta la persona percepisce una minaccia”
Da questo si deduce che l’elaborazione del dolore del cervello ha un ruolo importante in quanto il “dolore emotivo” ricorre in aree cerebrali simili a quelle del “dolore fisico”.
Quando il dolore diventa cronico produce un aumento nei livelli di paura e modifica il rapporto tra il soggetto e il suo contesto sociale, come famiglia e lavoro; quindi, può essere considerato una grave minaccia, che porta a vari effetti, come una maggiore sensibilizzazione nervosa, respirazione veloce e superficiale, disfunzione dei muscoli posturali e stabilizzatori.
Per questo motivo un approccio al dolore dovrebbe utilizzare un approccio multidisciplinare e seguire un modello bio-psico-sociale, unendo la patologia (bio), la psicologia (psico) e le iterazione/consapevolezza di natura sociale nel trattamento di un paziente(sociale). I pazienti, quindi, possono sicuramente trarre beneficio da molte figure professionali come il fisioterapista, lo psicologo e il nutrizionista. Sicuramente è importante, tra le varie cose, promuovere il self-care del paziente, insegnandogli strategie per aiutarsi da solo, come lo sviluppo di un insieme di esercizi aerobici, esercizi di allungamento, rilassamento ed esercizi respiratori.
Il Team Cepib